RIGHE 4-5-6

Ma che freddo fa!

Non c'era nessuno a salutarlo quando è partito, anche perché faceva freddo, molto freddo, direi un freddo polare, per il quale sarebbe stato pericoloso anche battere i denti per non perderli come foglie in autunno.

Pericoloso anche fare ciao con la manina col rischio di rimanere in una posa semi fascista.

Tanto meno provare a sventolare un fazzoletto per vederlo trasformato in un'arma di cristallo.

Da parecchi giorni faceva caldo, un caldo inaspettato per la stagione che però faceva regolarmente la sua comparsa da qualche decennio, costringendo altri suoi fratelli ad andarsene senza fare ritorno, magari dopo aver gironzolato lì intorno per qualche mese.

Di loro non si seppe più nulla anche se voci dal mare sussurravano che fossero stati catturati dai giapponesi...ma la guerra era finita da tempo a causa di due avvelenamenti da "fungo".

Tutto era iniziato con dei lugubri scricchiolii provenienti dal suo interno e li aveva considerati assestamenti di stagione, la perdita di acqua dai fianchi la imputò all'età, si preoccupò solo quando gli orsi, i leoni marini, i pinguini e le otarie, che andavano a giocare su di lui, cominciarono a tenersi a distanza guardandolo con pena, finché lo salutarono e non tornarono mai più. La separazione, il cambio di prospettiva, è penosa, inquietante, eccitante e sconvolgente allo stesso tempo, soprattutto quando passi da terraferma ad isola, ma ancora di più se sei galleggiante e navighi trascinata dalla corrente.

Incontri gli abitanti del mare ed i passeggeri dei transatlantici che ti scattano foto ammirati dalla tua possanza, sbalorditi dal biancore luminoso, puro, della tua materia, delle tue molecole.

Sei triste, comunque, perché sai che possiedi un predatore ed ogni mercantile che passa potrebbe essere il tuo ultimo e non riesci a farti piccolo piccolo e nell'oceano dove potresti mai nasconderti. Sei fiero perché le ere ti hanno formato, sei figlio delle glaciazioni, gli scienziati affermano che porti con te il segreto dell'origine della vita; finirai i tuoi giorni agganciato da una nave, fatto a pezzi e stivato, bevuto con indifferenza dai figli del Sol Levante orfani della tua memoria.

Latitudine 41°22'91.3"N

Longitudine 12°46'50.2"E

I miei desideri non sono segreti

Google Earth ha appena fotografato un corpo che si muove nell'acqua e non ha visto un altro corpo, sottostante, che giace sul fondo.

Il tuo corpo lungo, magro e flessuoso scivola nell'acqua penetrandola con uno stile libero lento e delicato, prendendo aria ogni tre bracciate, come da manuale FIV. Io resto fermo, col petto che sfiora la sabbia, osservando il mondo a 360 gradi, poche bolle escono dalle mie labbra.

Il braccio destro esce dal mare sfiorando la coscia e si proietta in avanti, senza compiere inutili archi da principiante, per insinuarsi nuovamente nell'acqua e slanciarsi oltre, trascinando spalla, testa, dorso e gambe che sgambettano veloci spostandoti timidamente, come sei Tu, negli elementi che percorri.

Mi stacco dal fondo per iniziare la risalita.

Il braccio sinistro esce dal mare sfiorando la coscia e si proietta in avanti, senza compiere inutili archi da principiante, per insinuarsi nuovamente nell'acqua e slanciarsi oltre, quasi ad afferrare quello che non c'è ed invece nella tua mano scivola una conchiglia.

Io, da buon predatore, disegno lenti cerchi sotto di Te mantenendoti al centro della circonferenza dell'avvicinamento. Un cavalluccio marino incontra e stringe la tua mano destra e poi un pesce palla decide di riposarsi nel palmo della sinistra. Io risalgo, ormai vicinissimo, osservando la scena con gelosia marina ed un sorriso bianco di salsedine, affogato nelle bollicine della respirazione.

Pezzi di corallo si incastrano tra le dita della tua mano destra e collane di anemoni cingono la sinistra. Stringo i cerchi, controllo e mi assicuro di essere l'unico predatore nei paraggi.

Una stella marina sfiora la tua fronte, riceve un bacio e scivola sotto di Te aderendo al ventre.

Io sono un metro sotto di Te ma non mi vedi, né percepisci. Smetti di nuotare e ti lasci scivolare nel mare sospinta dall'abbrivio, vibri e ti contrai impercettibilmente, ruoti il corpo ponendoti supina ed emetti ampi respiri che partendo dal bacino spingono il diaframma ed attraverso la trachea emergono sotto forma di rilassanti e liberatori sospiri. Io do un colpo di coda ed aderisco alla tua schiena sostenendoti.

I tuoi respiri, le tue vibrazioni, i tuoi sospiri e le tue contrazioni si alternano velocemente ma il mare sta svolgendo bene il suo ruolo, quello di utero universale, ancestrale, ed è così che partorisci la tua pesciolina. Nasce bianca e delicata, poggiata su un letto di alghe e madrepore, stringendo in una manina coralli e nell'altra conchiglie, mentre i cavallucci marini le soffiano racconti di mare nelle orecchie, pesci palla le massaggiano i piedi e stelle marine ne ornano i capelli, lunghi come quelli di una polena. La placenta e' il vostro dono, il cibo per tutti. La copri di baci, così tanti da far ribollire l'acqua. Così uniti superiamo le Colonne d'Ercole, cercando o forse rincorrendo i limiti della nostra mente. Da tempo ho un quarto desiderio: giacere sul fondo del mare osservando quello che accade e Tu, casualMente, hai attraversato quello specchio d'acqua.

Latitudine     41°90'27.5'' N

Longitudine  12°49'26.7" E

Gente che va, gente che viene

Vieni in barca quando vuoi ma, se porti Lucia, prima spurgala dal dolore, prosciugane le lacrime, toglile la corona di spine, disinfettane le stimmate, togli la ruggine dai chiodi, sfila la lancia dal costato, uccidi le cavallette che la ricoprono, salva i primogeniti che la tengono per mano, allenta il cilicio, spazza i ceci sotto le ginocchia e disperdi nella tramontana la cenere che ha sul capo. Adesso, si, puoi lanciare il tuo grido di guerra:"cazza la randa".

Latitudine 41°92'95.1"N

Longitudine 12°45'76.6"E